venerdì, aprile 29, 2005

 

La battaglia del riso

Riso più economico, ma geneticamente modificato. Una ricerca condotta da scienziati cinesi e statunitensi avrebbe portato alla scoperta di una varietà di riso resistente ai pesticidi grazie una modifica genetica (non ci chiediamo dove abbiano preso il gene che lo rende resistente: da un pesce? da un lemure?). Greenpeace protesta: il codice genetico (il dna per intenderci) di questa varietà di riso è ovviamente brevettato da un'impresa, che beneficierà delle vendite. I contadini, come al solito, restano esclusi dai vantaggi. Qui il link.

Da noi in Italia è tuttora (febbraio 2005) vietato coltivare Ogm in sei regioni Italiane: Toscana, Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Lazio, Alto Adige.

Una riflessione fitostorica. Tre sono le piantine alla base dell'alimentazione umana: il grano, il riso e il mais (ovvero: pane, pasta, dolci, ecc). E sono alla base di tre civiltà: quella europea, quella cinese e quella latinoamericana.

martedì, aprile 26, 2005

 

Armi nucleari in Corea del Nord

Pechino rafforza il ruolo di potenza-guida in Estremo Oriente: Christopher Hill, assistente del segretario di Stato, è arrivato nella capitale cinese per riprendere il dialogo con la Corea del Nord sul programma nucleare, la cui esistenza è stata ufficalmente riconosciuta per la prima volta lo scorso febbraio.
La Repubblica democratica popolare di Corea è un mistero. Tuttora inaccessibile a tutti - ai giornalisti, agli operatori umanitari, a delegazioni di altri governi - cinquant'anni di dittatura l'hanno cancellata dall'immaginario collettivo. Eppure, secondo l'ICG (International Crisis Group), qualcosa sta cambiando.

domenica, aprile 24, 2005

 

Chollywood!

Proliferano le copie di Hollywood: dopo l'indiana Bollywood, primo produttore mondiale di film, Nollywood, capitale africana della macchina da presa (è in Nigeria), arriva Chollywood (nome di mia invenzione: ma vogliamo vedere che...), la Hollywood cinese: 212 film prodotti nel 2004, 180 milioni di dollari di incassi, terzo produttore planetario.
A dire il vero sembra che il 66% degli incassi sia dovuto a soli tre film: la Foresta dei pugnali volanti (di Zhang Yimou: andate a vederlo, è fantastico), "Kung Fu Hustle" (29 recensioni positive su 39 per google) e "A World Without Thieves".

venerdì, aprile 22, 2005

 

C'era una volta Bandung...e oggi?

Cinaquant'anni fa leader di paesi afro-asiatici si ritrovarono a Bandung (Indonesia) per discutere di sviluppo e di cooperazione del sud del mondo: divennero noti come i paesi del terzo mondo, perchè non erano nè con gli Usa (il primo mondo?) nè con l'Urss. Zhou Enlai (Cina), Nehru (India), Sukarno (Indonesia), U Nu (Birmania), Nasser (Egitto) tentarono di costrire una via nuova per i loro popoli.

Jakarta (indonesia), in qiesti giorni. Si celebra il cinquantenario di Bandung: Koizumi, premier giapponese, è già arrivato...c'è anche Hu, presidente cinese, ma non ha ancora incontrato Koizumi: l'aria è ancora tesa per le proteste dei giorni scorsi (vedi post 11 aprile). Gelo diplomatico. Giappone e Cina, però, stanno allungando le mani sulla cassaforte Africa, nella migliore tradizione occidentale. India e Cina, nel frattempo, hanno stretto accordi per la cooperazione economica: preparano l'Indo-chinese century. Gli stati poveri dell'asia e dell'africa, intanto, sprofondano nel baratro della povertà e della fame.
Ho una brutta impressione: cambiano i nomi dei paesi vincitori e di qielli perdenti, ma gli squilibri costitutivi di questo mondo restano intatti.
Vediamo come andrà il vertice, se parleranno di pace (che non c'è: qualcuno ascolta i contadini affamati e gli operai intossicati?), cooperazione (si, al sottosviluppo), democrazia (e dov'è? Forse in India, dove Sonia Gandhi non è potuta diventare Primo ministro perchè era italiana?). O se, invece, dominerà questa stronzata dei manuali di storia giapponesi e i dicorsi sull'impressioannte crescita economica indo-cinese.

giovedì, aprile 21, 2005

 

Da Trieste con furore

Le assicurazioni Generali di trieste sono il primo gruppo assicuirativo straniero in Cina: controllano il 18% del mercato, per un giro d'affari di 2,4 milioni di dollari. Hanno superato il colosso americano AIG, che attualmente è sotto inchiesta negli Usa per transazioni finanziarie poco chiare.
E' una buona risposta a chi sostiene che dovremmo temere l'ascesa dell'Impero di mezzo.

PS: stupendo l'articolo odierno di Rampini su Matteo Ricci.

lunedì, aprile 18, 2005

 

4000 non sono pochi

La giapponese Sony ha richiesto ai suoi fornitori cinesi ( e sono 4000!) di aderire al Green Program (GP), un programma per la tutela dell'ambiente e della salute dei lavoratori in fabbrica. Non sono certo motivi filantropici a muovere la Sony: il Green Program è necessario per adeguarsi agli standard qualitativi imposti dall'Unione europea. Se i fornitori cinesi non si adatteranno, l'Unione europea diminuirà (del 50% secondo Chinadaily) le importazioni di prodotti Sony made in China.

Eppure la Cina non è così lontana. Pensiamo un attimo al Petrolchimico di porto Marghera, all'Ilva di Bagnoli...e ai tanti operai che hanno visto riconosciuti i danni derivanti dall'assenza di adeguate protezioni sul lavoro (niente maschere, niente guanti). Quando anche da noi c'era il boom, quando il progresso poteva risolvere ogni male. Quegli industriali hanno visto prescritti i loro crimini: anche noi, democraticissimi, abbiamo ancora tanta strada da fare.

martedì, aprile 12, 2005

 

Futuro biotecnologico

Un paio di news scientifiche:
- latte e carne degli animali clonati non sono rischiosi per l'uomo: lo ha scritto Nature in un suo recente studio. Viva la riproducibilità tecnica dell'opera di madre natura.
- la polizia americana ha iniziato a schedare il dna (!!) dei criminali. E' giusto? Le case farmaceutiche potranno mettere mano su quei dati? Il codice genetico non è un "dato sensibile"?
Silenzio.

lunedì, aprile 11, 2005

 

Un weekend di fuoco

Diecimila cinesi in strada contro il Giappone: da Pechino a Canton (come dire: da Milano a Palermo) i proletari dell'Impero rosso sollevano i pugni contro il revisionismo dei testi scolastici giapponese. Approfondiamo la notizia.

Il casus belli
Da anni Koizumi, il primo ministro giapponese, cerca di affrontare la crisi economica giapponese rinforzando l'identità nazionale: il revisionismo storico è un passo di questo progetto. Negli anni trenta il Giappone ha invaso tutte le nazioni circostanti, alla ricerca di materie prime e forza lavoro a basso costo. Sono due gli episodi famosi di questa espansione coloniale che riguardano la Cina: la creazione del Manciùguò nella Manciuria cinese (cioè uno Stato vassallo del Giappone sottratto al controllo cinese) e lo stupro di Nanchino (un bombardamento aereo dei giapponesi che volevano piegare la resistenza nel sud della Cina, avvenuto lo stesso anno di Guernica: 1937). Per la commisione di controllo sui manuali di storia giapponesi, questi episodi sono spiegabili all'interno di una missione pacificatrice del Giappone in Oriente (un pò come dire: l'esportazione preventiva dell'imperialismo). I cinesi, venuti a conoscenza della decisione dei giapponesi di riscrivere un passato che è anche loro, si sono incazzati.

Contesto geopolitico:
- il Giappone vuole entrare nel Consiglio di sicurezza dell'Onu come membro permanente (per ora solo la Cina "rappresenta" l'Oriente).
- la Cina ha firmato la pace con l'India (dopo quarant'anni di contese territoriali) e ne supporta la candidatura come membro permanente del Consiglio di sicurezza dell'Onu.

La telenovela continua...

venerdì, aprile 08, 2005

 

Quanto può essere libero il commercio?

Tremano i sostenitori del libero mercato.
L'abolizione delle quote d'importazione sui prodotti tessili ha accelerato la crisi del settore nei paesi "sviluppati". La Cina è il paese che, in termini strettamente economici, più beneficia di questo accordo...ma qualcuno vuole tornare indietro:

- l'Europa ha attivato procedure per ricostituire le quote (7/04). Qui un approfondimento.

- i produttori degli Stati Uniti rivogliono le quote, dopo aver visto aumentare le importazioni nel tessile del 63%. Qui un approfondimento.

- L'Italia ha visto aumentare le importazioni del 64% (Corriere della Sera, 24 marzo): i produttori sono disperati.

Domanda: che ne sarà dei lavoratori del settore? e succederà solo per il tessile?

mercoledì, aprile 06, 2005

 

Deliri geopolitici: la mail di Al Jazira

Ecco il testo di una mail pubblicata su aljazira.com (qui il link):

Dear Dr. Kareem,

Its high time for another Axis like Nato to emerge between Russia, India and China (corsivo mio).
If these three countries can work together and become trade partners with each other then the U.S. & Europe will be left standing.
If this does not happen today then tomorrow. This has to happen in order to end U.S. domination in the world and its puppet governments and poodle countries like the UK and Japan.
Zeng from China

Ecco che succede se si sostiene lo scontro tra (qualsiasi) civiltà: si propongono alleanze tra stati per fare guerre!

 

Esecuzioni

Il 90% delle condanne a morte "legali" avviene in Cina: lo afferma un rapporto di Ammnesty International. Tremilaquattrocentodiciassettepersone uccise dalle forze dell'ordine per aver commesso un reato.
NB: è la Fiat a vendere alla Cina i "furgoni della morte": sono autoveicoli attrezzati per le esecuzioni capitali (ad esempio, con iniezioni letali) che arrivano nelle province cinesi dove c'è bisogno di riportare ordine. Clicca qui per un approfondimento.

lunedì, aprile 04, 2005

 

Vaticano-Cina

Sono due i viaggi che Giovanni Paolo II non ha potuto fare: in Cina e in Russia. E due sono le versioni del mancato incontro tra il papa e l'impero di Mezzo: secondo i cattolici, i comunisti cinesi vogliono difendere l'ateismo di Stato (e, se proprio una religione si deve diffondere, che sia il buddismo, più indifferente alle cose terrene).
I cinesi, invece, rimproverano al Vaticano di conservare rapporti diplomatici con Taiwan.
I cattolici in Cina sono una minoranza (10 milioni!), ma solo la metà ha fatto giuramento di obbedienza allo Stato cinese e può professare il culto liberamente. I cattolici che riconoscono solo il papa di Roma sono costretti a nascondersi.

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