venerdì, dicembre 30, 2005

 

Lo sciopero dei 100

Uno stormo di uccelli disegnato su un cartello e la frase "Il cielo può non essere sereno, ma voleranno ancora con una missione nel cuore". Così 100 giornalisti del Beijing News, quotidiano di Pechino, hanno manifestato contro la rimozione del loro "editor in chief "(caporedattore centrale?) Yang Bin, senza alcuna spiegazione ufficale. La redazione è composta da 400 persone. (Guardian)

martedì, dicembre 27, 2005

 

A caccia di draghi


dragone

E' un segno zodiacale cinese ed è legato all'acqua. Passeggiando sulle nuvole, causa improvvise precipitazioni (su Wikipedia).

drago

Mostro delle leggende nordiche e del mediterraneo orientale, vomita fuoco e difende tesori.

Mario Draghi

Mario Draghi (sulla destra), favorito nella corsa alla carica di governatore della Banca d'Italia. I bookmaker inglesi lo danno 2:1 (www.unibet.com).

grisu

Grisù, il mio drago preferito.

(spunto: l'inimitabile L.T., flying back to Rome)

martedì, dicembre 20, 2005

 

Ricchi ma poveri

Quasi tutti vorrebbero svegliarsi e scoprire di avere trecento miliardi di dollari in più: è successo ai dirigenti del più grande paese comunista del mondo, proprio durante la visita di Fausto Bertinotti. Da un giorno all'altro, il Pil cinese dovrebbe aumentare del 16,8%: nella classifica mondiale, il dragone scavalca l'Italia (come già previsto. nb: anche il nostro Pil aumentò del 17% nell'ormai lontano 1987, ma dopo una revisione contabile, aridaje con la finanza creativa), la Francia e La Gran Bretagna (Reuters). Poche le riflessioni sulla distribuzione della ricchezza, che abita in città e puzza di sfruttamento.

Un salto indietro: il Celeste impero è il più antico stato agrario-burocratico del mondo ancora in vita. Per fare la guerra servono soldi, dunque tasse, che si riscuotevano sulla terra: chi controlla la terra controlla il popolo. E' stato uno dei pilastri del dominio politico in Cina, da Wudi (secondo imperatore, 200 p.e.v. circa) fino a oggi. Ricchezza non significa libertà, anzi.

peasant

Questioni aperte: i lavoratori dipendenti non sono comunque più ricchi di prima (anche se il reddito pro capite aumenterà per magia), il peso relativo della Cina in Asia (leggi: Giappone (informatica), Corea del Sud (biologia), Malesia, Indonesia, Filippine, Australia) è sempre più consistente (e l'Europa dov'è?), i materassi cinesi devono essere più grossi di quanto pensavamo.

ps: solo una settimana fa abbiamo scoperto che la patria di Mao è il primo esportatore mondiale di tecnologia. C'è un'implicazione geopolitica interessante: chip, circuiti, conduttori si producono quasi esclusivamente in Asia orientale. Nessuno, neanche gli Usa, può permettersi una crisi economica o una guerra in quell'area.

pssss: p.e.v.= precedente era volgare

domenica, dicembre 18, 2005

 

Maschere e consumo

geisha

Geisha, l'amore come dedizione assoluta per l'uomo. Ricerca dell'armonia e della perfezione, nei gesti e nelle parole quotidiane. Perfino versare il tè diventa un esercizio di bellezza.
Eppure la maschera bianca sembra cancellare l'umanità di chi la indossa.

Hollywood, trionfa l'amore come consumo del corpo e del cuore. Efficiente, impersonale. Vuoto.

(spunto: "Memorie di una geisha", Rampini di oggi)

sabato, dicembre 17, 2005

 

Out/ L'attesa

Nell’oscurità tenue di una cappella a piazza San Silvestro, prega. Seduto sulla panca, con le mani giunte in grembo. Prega.

Via Nazionale 91, cinque ore prima. Veronica aspetta di fronte ad un portone nero, alto e robusto. Ha freddo, stringe un giornale contro il petto e batte i piedi. Parla con due fotografi, ma i suoi occhi vedono soltanto il portone nero. Lui è nell’edificio, nel suo ufficio al secondo piano. Lei lo aspetta giù in strada, deve sapere a che ora lascerà il Palazzo e comunicarlo in redazione. E’ il suo lavoro ormai da quattro mesi.

Ammirare l’incendio dalla riva opposta (IX stratagemma)

Gocce sottili come aghi bagnano Via Nazionale. Arriva uno stagista, si presenta, gli è stato ordinato di attendere di fronte al portone nero. Escono due macchine grigie, ma Veronica lo sa già, non è lui che lascia il Palazzo: La sua Alfa romeo è quella grigia, parcheggiata in fondo al cortile. Usa solo quella, mai con la sirena. Le lancette dell’orologio segnano le cinque: sciamano via dal portone nero uomini in giacca e cravatta, con zainetto e portatile, e donne in piccoli e coloratissimi gruppi. Veronica fissa il secondo piano dell’edificio: nessun segno. Gli uomini della scorta chiacchierano nel cortile. Ancora mezz’ora, poi lui dovrebbe andare a messa, come sempre. Si accende la quinta sigaretta e batte i piedi per terra.

Attirare la tigre giù dal monte (XV stratagemma)

Cinque giornalisti e quattro fotografi attendono avidi. Sono le sei e lui è ancora lì, forse in ufficio. Fuori si prepara una tempesta. I flash sbiancano le macchine in uscita, c’è agitazione tra i carabinieri a causa delle auto in entrata e in uscita. Veronica osserva la fila di finestre al secondo piano: le luci sono ancora accese. Tutte. Bisogna aspettare. Magari è seduto alla sua scrivania, quella che ha alle spalle il quadro di San Sebastiano trafitto dalle frecce. Un faccione rugoso da sbattere in prima pagina. Al gruppo si aggiunge un giornalista investigativo (e urbinate) dell’Espresso.

Intorbidare le acque per prendere i pesci (XX stratagemma)

Sette e trenta: ora è buio, al secondo piano. Sono rimasti solo due giornalisti e tre fotografi di fronte al portone nero, mangiucchiato dalla notte. Veronica riconosce l’auto da lontano: è sicura, è lui. Può chiamare in redazione, ora c’è la notizia: il Governatore ha lasciato palazzo Koch.

Cinque ore in piedi per dire due parole al telefono, pensa lo stagista. Quasi quasi seguo il Governatore, tanto si sa dove andrà. Lo stagista arriva ad una chiesetta, a Piazza San Silvestro. Dentro, un uomo anziano prega, al chiarore delle candele. Raccolto, composto, attento.
No, non c’è notizia, ma per lui la lunga attesa ora ha un senso. Anche di un potente si può provare compassione.

ps: è inventato solo il nome Veronica.

A due passi dal Wto di Hong Kong. A Kuala Lampur si è concluso l'East Asia Summit (EAS): al tavolo erano seduti i paesi del sud est asiatico, Cina e India; insomma, più della metà del pianeta. Non sono stati inviati gli Usa. Potrebbe diventare un evento storico, come ha già osservato Rampini. Qui un commento dell'Indian Express.

mercoledì, dicembre 14, 2005

 

A testa in su

"Ero il cielo e non lo ero. C'erano troppe cose da dire, e nessun modo per dirle".

(John Fante, The road to San Francisco)

Girgenti
(Tramonto, sfumature di mare e cielo)

天 (tian)

E' l'ideogramma che indica il cielo: un uomo che tocca (con un dito?) il soffitto del mondo.

domenica, dicembre 11, 2005

 

Brevi

E' il più grave scontro tra polizia e manifestanti dopo la rivolta di piazza Tiananmen nel 1989: le forze dell'ordine cinesi hanno ucciso dei contadini che protestavano per non aver ricevuto l'indennizzo della terra espropriata. E' accaduto martedi scorso - ma si sa solo ora - nella provicia costiera del Guangdong, a Dongzhou.
Il numero ufficiale di vittime è di tre, secondo altre fonti arriverebbero venti. Il terreno servirà per la costruzione di un impianto eolico. (Reuters)

Ancora una volta Pechino resta sorda alla voce dei "dannati della terra".

Qui per saperne di più su Frantz Fanon, lo psichiatra algerino che scrisse il libro culto del terzomondismo sessantottino: "I dannati della terra", appunto.

giovedì, dicembre 08, 2005

 

Sotto un unico bene

Uno dei simboli più belli e intensi del bene è la maternità cristiana: la Madonna abbraccia il figlio Gesù.

madonna del carmine
(Madonna del Carmine, Napoli)

In cinese, l'ideogramma che rappresenta il concetto di bene è questo:

好 (hao)

il simbolo sulla sinistra raffigura la madre, quello sulla destra il figlio.


venerdì, dicembre 02, 2005

 

Neoschiavismo

E' ancora diffusa in Cina, anche se non è legale: la tortura. Manfred Novak, investigatore speciale inviato dall'Onu per affrontare l'emergenza diritti umani, ha raccontato all'Iht le testimonianze dei prigionieri che ha raccolto. Terribili.

GERMANY DEUTSCHE AUSCHWITZ
(sopravvissuti ad Auschwitz, 27 gennaio 1945. Nei campi di concentramento tedeschi morirono circa sei milioni di ebrei)

laogai
(sopravviventi ai Laogai, i campi di "rieducazione" - lèggi lavoro forzato - nella Cina di oggi. I prigionieri sono circa 6 milioni: le aziende li sfruttano per fabbricare prodotti a basso costo)

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