lunedì, gennaio 22, 2007
Metropolitana rossa, fermata Lima, a pochi passi dai binari, due ore fa.
Marco ha le convulsioni. Arrivano due volontari della croce viola. Lui è steso a terra, addormentato. "Ma il tavor ce l'avete?" urla la moglie. No no, non abbiamo niente, non siamo infermieri. Mah
Marco si sta risvegliando: lo tengono fermi in tre, li aiuto pure io. Scalcia da terra come un toro: è grosso e bofonchia: "Fatemi il tavor, domani devo andare a lavorare, fatemi il cazzo di tavor". Lo teniamo a stento, si agita, ci allontaniamo. A trenta centimetri dal binario della metropolitana. Fermate il treno che arriva, fermatelo cazzo. Più stanno inguaiati e più fanno male.
Tenetelo, tenetelo, urla la moglie. Io non mi posso muovere, sono incinta: Marco, pensa al bambino, mi senti, pensa al bambino. Cretina, cretina.
Ma da quando suo marito sta così. Mah, saranno due anni, dall'ospedale lo rimandano a casa con un'iniezione di tavor (ma che sò, caramelle???). Due-tre volte a settimana gli viene la crisi. ????????. L'ultima volta è venuta la polizia per portarlo via. Chiamo il 118, ci dice una signora premurosa. A signò, ma vaffanculo, non vedè Derrick la sera.
Intanto siamo sopra di lui. Un infermiere alla collega: vai a prendere la barella su, che ci sono le cinghie. Marco salta per aria, ci scrolla via. "Le cinghie no, le cinghie no". Si appoggia a una ringhiera. E' in piedi. Domani torno a lavorare, a lavorare, bofonchia.
Me ne vado, non ne posso più, prendo a pugni un muro. E' la terza persona che vedo svenire a Milano in due mesi, la prima che mi decido a "soccorrere". Voltiamoci indietro, però, ogni tanto. Serve.
Marco ha le convulsioni. Arrivano due volontari della croce viola. Lui è steso a terra, addormentato. "Ma il tavor ce l'avete?" urla la moglie. No no, non abbiamo niente, non siamo infermieri. Mah
Marco si sta risvegliando: lo tengono fermi in tre, li aiuto pure io. Scalcia da terra come un toro: è grosso e bofonchia: "Fatemi il tavor, domani devo andare a lavorare, fatemi il cazzo di tavor". Lo teniamo a stento, si agita, ci allontaniamo. A trenta centimetri dal binario della metropolitana. Fermate il treno che arriva, fermatelo cazzo. Più stanno inguaiati e più fanno male.
Tenetelo, tenetelo, urla la moglie. Io non mi posso muovere, sono incinta: Marco, pensa al bambino, mi senti, pensa al bambino. Cretina, cretina.
Ma da quando suo marito sta così. Mah, saranno due anni, dall'ospedale lo rimandano a casa con un'iniezione di tavor (ma che sò, caramelle???). Due-tre volte a settimana gli viene la crisi. ????????. L'ultima volta è venuta la polizia per portarlo via. Chiamo il 118, ci dice una signora premurosa. A signò, ma vaffanculo, non vedè Derrick la sera.
Intanto siamo sopra di lui. Un infermiere alla collega: vai a prendere la barella su, che ci sono le cinghie. Marco salta per aria, ci scrolla via. "Le cinghie no, le cinghie no". Si appoggia a una ringhiera. E' in piedi. Domani torno a lavorare, a lavorare, bofonchia.
Me ne vado, non ne posso più, prendo a pugni un muro. E' la terza persona che vedo svenire a Milano in due mesi, la prima che mi decido a "soccorrere". Voltiamoci indietro, però, ogni tanto. Serve.