domenica, aprile 30, 2006
Giovani cinesi/1: Wen e Mei
La casa di Wen e' composta da due stanze, la secondo piano di un edificio nella periferia di Canton. Nella sala principale un grande materasso disteso sul pavimento funziona da letto, ripiano per i libri, dispensa per i biscotti e scrivania per il pc. Il bagno e' una stanzetta quadrata che funziona da doccia e water, ma non c'e' il lavandino.
Mei e' ormai rassegnata al caos della casa del suo ragazzo. Wen e Mei sono studenti universitari ventenni e appartengono al gruppo etnico degli hakka ("gruppo" si fa per dire: sono piu' di cento milioni, quasi due volte la popolazione italiana) .
La politica. Sulle bancarelle per turisti e' facile trovare il libretto rosso di Mao: per anni e' stato un testo di culto in Occidente, sbandierato da tanti giovani sessantottini oggi al potere. Wen sorride: "Ridicolo, un libro ridicolo: oggi nessuno lo prende piu' sul serio. E mi sembra delirante che qualcuno in Europa abbia pensato davvero di seguire a strada del presidente Mao".

Il lavoro. Quest'anno i laureati cinesi saranno quattro milioni: anche nel Guangdong (il temutissimo Guangdong che ha spazzato via la concorrenza italiana su abbigliamento e scarpe a basso costo) si teme la disoccupazione. "Io sono solo al secondo anno, ma sono molto preoccupato. Sto studiando business administration a Macao, sto imparando l'inglese e mi piacerebbe lavorare per un'azienda straniera: forse dovro' trovare lavoro all'estero", dice Wen.
La vita. Wen studia a Macao da lunedi a giovedi: nel weeekend torna a Canton per incontrare Mei, che frequenta l'universita' di lingue straniere. Wen paga 50mila dollari di Hong Kong l'anno (poco piu' di 5000 euro) per poter frequentare l'universita'. E' fortunato, suo padre e' un medico e puo' anche permettersi un'Audi. "Magari avesse una Bmw!" dice sospirando Wen. Mei non ha molta voglia di studiare: "Lo faccio perche' i miei geitori me lo chiedono...l'anno prossimo vengo a Londra per imparare l'inglese: sono un po' preoccupata per questo viaggio in Occidente".
Considerazioni personali. La Cina e' ormai la seconda potenza mondiale, ha risorse naturali non ancora sfruttate, dovunque ci sono cantieri aperti (altro che quelli virtuali di Berlusconi). Sono questi giovani intraprendenti, aperti e curiosi la vera ricchezza di questo paese. E nessun "pil" la potra' mai misurare.
Mei e' ormai rassegnata al caos della casa del suo ragazzo. Wen e Mei sono studenti universitari ventenni e appartengono al gruppo etnico degli hakka ("gruppo" si fa per dire: sono piu' di cento milioni, quasi due volte la popolazione italiana) .
La politica. Sulle bancarelle per turisti e' facile trovare il libretto rosso di Mao: per anni e' stato un testo di culto in Occidente, sbandierato da tanti giovani sessantottini oggi al potere. Wen sorride: "Ridicolo, un libro ridicolo: oggi nessuno lo prende piu' sul serio. E mi sembra delirante che qualcuno in Europa abbia pensato davvero di seguire a strada del presidente Mao".

Il lavoro. Quest'anno i laureati cinesi saranno quattro milioni: anche nel Guangdong (il temutissimo Guangdong che ha spazzato via la concorrenza italiana su abbigliamento e scarpe a basso costo) si teme la disoccupazione. "Io sono solo al secondo anno, ma sono molto preoccupato. Sto studiando business administration a Macao, sto imparando l'inglese e mi piacerebbe lavorare per un'azienda straniera: forse dovro' trovare lavoro all'estero", dice Wen.
La vita. Wen studia a Macao da lunedi a giovedi: nel weeekend torna a Canton per incontrare Mei, che frequenta l'universita' di lingue straniere. Wen paga 50mila dollari di Hong Kong l'anno (poco piu' di 5000 euro) per poter frequentare l'universita'. E' fortunato, suo padre e' un medico e puo' anche permettersi un'Audi. "Magari avesse una Bmw!" dice sospirando Wen. Mei non ha molta voglia di studiare: "Lo faccio perche' i miei geitori me lo chiedono...l'anno prossimo vengo a Londra per imparare l'inglese: sono un po' preoccupata per questo viaggio in Occidente".
Considerazioni personali. La Cina e' ormai la seconda potenza mondiale, ha risorse naturali non ancora sfruttate, dovunque ci sono cantieri aperti (altro che quelli virtuali di Berlusconi). Sono questi giovani intraprendenti, aperti e curiosi la vera ricchezza di questo paese. E nessun "pil" la potra' mai misurare.