sabato, dicembre 17, 2005

 

Out/ L'attesa

Nell’oscurità tenue di una cappella a piazza San Silvestro, prega. Seduto sulla panca, con le mani giunte in grembo. Prega.

Via Nazionale 91, cinque ore prima. Veronica aspetta di fronte ad un portone nero, alto e robusto. Ha freddo, stringe un giornale contro il petto e batte i piedi. Parla con due fotografi, ma i suoi occhi vedono soltanto il portone nero. Lui è nell’edificio, nel suo ufficio al secondo piano. Lei lo aspetta giù in strada, deve sapere a che ora lascerà il Palazzo e comunicarlo in redazione. E’ il suo lavoro ormai da quattro mesi.

Ammirare l’incendio dalla riva opposta (IX stratagemma)

Gocce sottili come aghi bagnano Via Nazionale. Arriva uno stagista, si presenta, gli è stato ordinato di attendere di fronte al portone nero. Escono due macchine grigie, ma Veronica lo sa già, non è lui che lascia il Palazzo: La sua Alfa romeo è quella grigia, parcheggiata in fondo al cortile. Usa solo quella, mai con la sirena. Le lancette dell’orologio segnano le cinque: sciamano via dal portone nero uomini in giacca e cravatta, con zainetto e portatile, e donne in piccoli e coloratissimi gruppi. Veronica fissa il secondo piano dell’edificio: nessun segno. Gli uomini della scorta chiacchierano nel cortile. Ancora mezz’ora, poi lui dovrebbe andare a messa, come sempre. Si accende la quinta sigaretta e batte i piedi per terra.

Attirare la tigre giù dal monte (XV stratagemma)

Cinque giornalisti e quattro fotografi attendono avidi. Sono le sei e lui è ancora lì, forse in ufficio. Fuori si prepara una tempesta. I flash sbiancano le macchine in uscita, c’è agitazione tra i carabinieri a causa delle auto in entrata e in uscita. Veronica osserva la fila di finestre al secondo piano: le luci sono ancora accese. Tutte. Bisogna aspettare. Magari è seduto alla sua scrivania, quella che ha alle spalle il quadro di San Sebastiano trafitto dalle frecce. Un faccione rugoso da sbattere in prima pagina. Al gruppo si aggiunge un giornalista investigativo (e urbinate) dell’Espresso.

Intorbidare le acque per prendere i pesci (XX stratagemma)

Sette e trenta: ora è buio, al secondo piano. Sono rimasti solo due giornalisti e tre fotografi di fronte al portone nero, mangiucchiato dalla notte. Veronica riconosce l’auto da lontano: è sicura, è lui. Può chiamare in redazione, ora c’è la notizia: il Governatore ha lasciato palazzo Koch.

Cinque ore in piedi per dire due parole al telefono, pensa lo stagista. Quasi quasi seguo il Governatore, tanto si sa dove andrà. Lo stagista arriva ad una chiesetta, a Piazza San Silvestro. Dentro, un uomo anziano prega, al chiarore delle candele. Raccolto, composto, attento.
No, non c’è notizia, ma per lui la lunga attesa ora ha un senso. Anche di un potente si può provare compassione.

ps: è inventato solo il nome Veronica.

A due passi dal Wto di Hong Kong. A Kuala Lampur si è concluso l'East Asia Summit (EAS): al tavolo erano seduti i paesi del sud est asiatico, Cina e India; insomma, più della metà del pianeta. Non sono stati inviati gli Usa. Potrebbe diventare un evento storico, come ha già osservato Rampini. Qui un commento dell'Indian Express.

Comments:
Narrativo e delicato come sempre. L'altra faccia del giornalista. Leggerti è un piacere. Alessandra
 
Grazie Ale!
 
Che dire?Bravo!
Alice
 
Posta un commento

<< Home

This page is powered by Blogger. Isn't yours?