mercoledì, novembre 16, 2005
Dieci minuti
Suqqat, periferia di Falluja
I muri bianchi delle case emettono bagliori accecanti: bisogna socchiudere gli occhi. E' l’ora di pranzo. Il rumore sordo del motore di una moto invade la strada di terra battuta. Grappoli di datteri sono appoggiati sulle bancarelle: riflessi d’ambra e cristalli di zucchero attirano sciami di moscerini. Una mano li allontana ogni tanto, senza convinzione.
Satellite: target located
E' una moto vecchia, i pezzi sono tenuti insieme dal fil di ferro. Il faro anteriore è sfondato, non c’è più il cavalletto e le gomme sono lisce. Abdul gira lo sterzo nella strada di casa, accosta davanti alla sua abitazione e appoggia la moto al muro scrostato. Sul portapacchi c’è una valigia blu, tre fili di spago ne assicurano la chiusura. La prende.
Central computer: "attack sequence" started
Non c’è luce nella stanza. Gli occhi devono abituarsi all’oscurità. Due macchioline grigie si avvicinano ad Abdul, saltellando. Lo abbracciano all’altezza della vita. Le mani grosse e impolverate del padre nei loro riccioli neri. La valigia è pesante, bisogna trascinarla lungo il soggiorno, fino al ripostiglio. Abdul dà un bacio ai due bambini, spinge la valigia blu nella stanza e chiude la porta.
Airplane team “Drone”: ready to fly. Go!
I pacchi di farina sono quasi intatti, soltanto tre si sono aperti durante il trasporto. Abdul li sposta dalla valigia blu sullo scaffale di legno. Uno ad uno. Sul ripiano è stato steso un velo di plastica, pronto per raccogliere le perdite di preziosi granelli bianchi. Un pacco è più pesante degli altri: Abdul lo appoggia sullo scaffale e lo rompe. Con cautela, potrebbe cadere la farina. Dentro c’è una pistola, già carica.
Airplane team “Drone”: bombs armed
Rigira l’arma tra le mani. Ricorda la sua vecchia divisa, i colleghi della polizia, le notti in cui spegneva le sigarette sui testicoli dei traditori. “La logica nera, dura e fredda del ferro”. Mancano due ore all’insurrezione per liberare la città dagli yankee.
Bombs dropped. Targets striked
Le fiamme avvolgono i corpi degli abitanti di Suqqat, quartiere di Falluja. Frammenti di case, auto, giocattoli, radio, tavoli. Granelli di farina dispersi nella polvere.
Report: 85% targets destroyed.
Mission completed
“In battaglia si definisce ‘sequenza d’attacco’ l’insieme delle operazioni necessarie a condurre un attacco mirato ad un determinato obiettivo. Queste operazioni comprendono l’individuazione del bersaglio, la sua precisa localizzazione, il puntamento dei sistemi d’arma, l’attacco e la valutazione ex post dell’operazione. Nella prima guerra del Golfo, tale sequenza richiedeva alle forze statunitensi 100 minuti; questo tempo è sceso a 40 minuti in Kosovo, 20 in Afghanistan e appena 10 in Iraq, dove si è quasi realizzata l’equivalenza “scoperta (dell’obiettivo)=distruzione”.
(Liu Yazhou, generale dell’aviazione dell’Esercito di liberazione popolare cinese, intervistato da Limes)
ps: nomi e personaggi sono inventati, gli eventi solo in (piccola) parte. I droni (“Drone”) sono aerei senza pilota.
I muri bianchi delle case emettono bagliori accecanti: bisogna socchiudere gli occhi. E' l’ora di pranzo. Il rumore sordo del motore di una moto invade la strada di terra battuta. Grappoli di datteri sono appoggiati sulle bancarelle: riflessi d’ambra e cristalli di zucchero attirano sciami di moscerini. Una mano li allontana ogni tanto, senza convinzione.
Satellite: target located
E' una moto vecchia, i pezzi sono tenuti insieme dal fil di ferro. Il faro anteriore è sfondato, non c’è più il cavalletto e le gomme sono lisce. Abdul gira lo sterzo nella strada di casa, accosta davanti alla sua abitazione e appoggia la moto al muro scrostato. Sul portapacchi c’è una valigia blu, tre fili di spago ne assicurano la chiusura. La prende.
Central computer: "attack sequence" started
Non c’è luce nella stanza. Gli occhi devono abituarsi all’oscurità. Due macchioline grigie si avvicinano ad Abdul, saltellando. Lo abbracciano all’altezza della vita. Le mani grosse e impolverate del padre nei loro riccioli neri. La valigia è pesante, bisogna trascinarla lungo il soggiorno, fino al ripostiglio. Abdul dà un bacio ai due bambini, spinge la valigia blu nella stanza e chiude la porta.
Airplane team “Drone”: ready to fly. Go!
I pacchi di farina sono quasi intatti, soltanto tre si sono aperti durante il trasporto. Abdul li sposta dalla valigia blu sullo scaffale di legno. Uno ad uno. Sul ripiano è stato steso un velo di plastica, pronto per raccogliere le perdite di preziosi granelli bianchi. Un pacco è più pesante degli altri: Abdul lo appoggia sullo scaffale e lo rompe. Con cautela, potrebbe cadere la farina. Dentro c’è una pistola, già carica.
Airplane team “Drone”: bombs armed
Rigira l’arma tra le mani. Ricorda la sua vecchia divisa, i colleghi della polizia, le notti in cui spegneva le sigarette sui testicoli dei traditori. “La logica nera, dura e fredda del ferro”. Mancano due ore all’insurrezione per liberare la città dagli yankee.
Bombs dropped. Targets striked
Le fiamme avvolgono i corpi degli abitanti di Suqqat, quartiere di Falluja. Frammenti di case, auto, giocattoli, radio, tavoli. Granelli di farina dispersi nella polvere.
Report: 85% targets destroyed.
Mission completed
“In battaglia si definisce ‘sequenza d’attacco’ l’insieme delle operazioni necessarie a condurre un attacco mirato ad un determinato obiettivo. Queste operazioni comprendono l’individuazione del bersaglio, la sua precisa localizzazione, il puntamento dei sistemi d’arma, l’attacco e la valutazione ex post dell’operazione. Nella prima guerra del Golfo, tale sequenza richiedeva alle forze statunitensi 100 minuti; questo tempo è sceso a 40 minuti in Kosovo, 20 in Afghanistan e appena 10 in Iraq, dove si è quasi realizzata l’equivalenza “scoperta (dell’obiettivo)=distruzione”.
(Liu Yazhou, generale dell’aviazione dell’Esercito di liberazione popolare cinese, intervistato da Limes)
ps: nomi e personaggi sono inventati, gli eventi solo in (piccola) parte. I droni (“Drone”) sono aerei senza pilota.
Comments:
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Bellissimo post Luca. Davvero bello. A volte un racconto è molto più potente di qualsiasi articolo. Un bacio.
Alessandra
Alessandra
Sono d'accordo. E aggiungo una preoccupazione: non solo oggi tutti devono "dare" le stesse notizie in prima (giornale, tg o radio), ma sempre più le danno allo stesso modo: due righe di agenzia, dati, commento dell'esperto (e magari anche la propria irrinunciabile opinione) . E la cronaca, dov'è?
;-)
;-)
La tua scrittura colpisce e arriva dritta al target. La storia, la gente è ciò che più conta. La semplice descrizione dei fatti è più forte di 1.000 articoli.
Complimenti, ho sentito Fallujah implodere e sciogliere.
Stella
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Complimenti, ho sentito Fallujah implodere e sciogliere.
Stella
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