lunedì, ottobre 31, 2005

 

Grafomania d'una notte ottobrina

C’è la nebbia, le luci sulla strada sono accese. Serpenti dorati attraversano la palude d’ombra della città. Prendere una piuma, intingerla nella notte e scrivere: il desiderio di raccontare. Dare forma e disciplina alle emozioni. “Poc’ ‘t rest, si nient saje fà”, canta il Poeta che inGrana. Prima di lui “Sapere dunque non basta”, della raffinata Ingeborg Bachmann: quattro parole per frantumare certezze (ir)razionali.

Qualcuno si rifugiò nella memoria. Come eravamo, e non siamo più: in Italia, qui e ora. Belli, ma finti quei ricordi: guardarsi allo specchio non sempre fa riflettere. Anzi, “gli specchi e la paternità sono abominevoli, perchè replicano le cose”: ripetersi per non cambiare. La ricerca di Silvio dell’immortalità.

Si può sempre comprare un servizio di cristalleria nuovo: che gli elefanti non si offendano e non si preoccupino, come farei senza di loro. Anzi sono i benvenuti.


Comments:
il wwf e il signor swarosky (si scriverà così?!) sentitamente ringraziano per la sua infinita gentilezza...
e, visto che la bestia approfitterà della disponibilità x farsi psicanalizzare gratis, si suppone che le azioni della nota fabbrica di cristalli saliranno insieme all'impennata degli ordinativi.
dillo ai tuoi amici under The sun, io lo consiglierei agli investitori....

dumbo_l'elefante_con_le_orecchie_lunghe
 
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