martedì, giugno 28, 2005
E sono 100. Milioni.
Gli internauti cinesi hanno tagliato il traguardo dei cento milioni, su una popolazione di circa 1,3 miliardi di persone (ma si pensa che gli abitanti dell'Impero di mezzo siano molti di più: è sottostimato il numero di coloro che abitano in campagna, dove le coppie possono avere anche più di un figlio).

(foto: Cnn)
E' ormai il secondo paese per numero di persone collegate al web, dopo gli Stati Uniti che ospitano circa 135 milioni di navigatori on line, su una popolazione di quasi 300 milioni di persone (fonte: Forbes, dalla AP). Nessun dubbio nel governo cinese sulla politica di controllo dei media, tradizionali e digitali: giornalisti in carcere che aspettano un processo, polizia che scandaglia di continuo il web alla ricerca di pericolose idee deviazioniste (ad esempio: libertà, democrazia).
Una riflessione: il governo politico della Cina sembra essersi consolidato a due livelli: autoritarismo al centro (dove il consenso è garantito dalla ricchezza delle città, redistribuita sui ceti urbani), democrazia limitata nelle periferie del paese (dove i villaggi, sfiorati dai benefici del boom cinese, possono eleggere i rappresentanti locali e la morsa di Pechino è meno rigida). Dittatura e democrazia, dunque, convivono in un unico sistema: e, purtroppo, sembra essere un sistema che funziona. Il confronto sulla libertà in Cina potrebbe essere decisivo per definire la libertà nel prossimo secolo.
Chiesa. Monsignor Giuseppe Xin Wenzhi è il primo vescovo nominato congiuntamente da Vaticano e Stato cinese: è uno dei numerosi segnali di una nuova stagione di relazioni con la Santa sede, che guarda con interesse ai fedeli in Cina, dove il cristianesimo ha radici antichissime ( si hanno notizie di comunità almeno dall'anno 1000: basti ricordare Marco Polo e la leggenda di prete Gianni).

(foto: Cnn)
E' ormai il secondo paese per numero di persone collegate al web, dopo gli Stati Uniti che ospitano circa 135 milioni di navigatori on line, su una popolazione di quasi 300 milioni di persone (fonte: Forbes, dalla AP). Nessun dubbio nel governo cinese sulla politica di controllo dei media, tradizionali e digitali: giornalisti in carcere che aspettano un processo, polizia che scandaglia di continuo il web alla ricerca di pericolose idee deviazioniste (ad esempio: libertà, democrazia).
Una riflessione: il governo politico della Cina sembra essersi consolidato a due livelli: autoritarismo al centro (dove il consenso è garantito dalla ricchezza delle città, redistribuita sui ceti urbani), democrazia limitata nelle periferie del paese (dove i villaggi, sfiorati dai benefici del boom cinese, possono eleggere i rappresentanti locali e la morsa di Pechino è meno rigida). Dittatura e democrazia, dunque, convivono in un unico sistema: e, purtroppo, sembra essere un sistema che funziona. Il confronto sulla libertà in Cina potrebbe essere decisivo per definire la libertà nel prossimo secolo.
Chiesa. Monsignor Giuseppe Xin Wenzhi è il primo vescovo nominato congiuntamente da Vaticano e Stato cinese: è uno dei numerosi segnali di una nuova stagione di relazioni con la Santa sede, che guarda con interesse ai fedeli in Cina, dove il cristianesimo ha radici antichissime ( si hanno notizie di comunità almeno dall'anno 1000: basti ricordare Marco Polo e la leggenda di prete Gianni).