martedì, maggio 17, 2005

 

Dal rosso al nero: alla ricerca del petrolio

Mahmud Abbas, presidente dell'autorità nazionale palestinese, è in visita in Cina: chiede un intervento del gigante asiatico nell'eterno conflitto mediorientale (fonte: Palestinian Media Center).
In effetti, dopo lo tsunami del dicembre scorso, la Cina ha deciso di affacciarsi con maggiore sicurezza sulla paltea internazionale: da paese in via di sviluppo a protagonista della politica.


Ora due notizie pescate sul web. La fonte è Reiffeisen, una società d'investimento austriaca:

1)"La domanda petrolifera cinese [...] rappresenta un terzo dell’incremento della domanda di petrolio a livello mondiale. La Cina inoltre, vorrebbe modificare la sua produzione energetica, riducendo il fabbisogno di carbone e aumentando l´uso di gas naturale".

2)Le tre maggiori compagnie petrolifere cinesi sono:

"CNOOC (Chinese National Offshore Oil Corporation) è una compagnia che di fatto possiede un monopolio totale nell’estrazione del petrolio al largo delle coste cinesi. Si tratta di una compagnia basata su una strategia di crescita aggressiva perché consapevole del futuro incremento del fabbisogno energetico cinese".

"La seconda compagnia è PetrolChina, la più grossa società petrolifera cinese ed anche la maggior beneficiaria in questa fase di passaggio dal carbone al gas".

"Ultima, ma non per questo meno importante, Chinapeg (China Petroleum and Chemicals), la più grande compagnia downstream cinese. Il termine downstreem si riferisce sia alla raffinazione del petrolio, sia alla produzione di tutti quei tipi di prodotti basati sui derivati del petrolio, come ad esempio la plastica (PVC) che e’ di grande importanza nelle fasi avanzate del processo d’industrializzazione".

La Cina ha fame di petrolio e vuole affermarsi come potenza planetaria. E in quale parte del mondo c'è tanto petrolio e poca pace?

Comments:
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